Quella che sto per presentarVi è la penna più bella in mio possesso: la Wahl Eversharp Personal Point.
Nasce negli Stati Uniti, intorno al 1920; purtroppo non riesco a collocarla in un anno più preciso.
Entra negli “anni ruggenti” con estrema grazia, eleganza e raffinatezza, quasi a voler sancire la nuova era di rinascita e positivismo dopo gli orrori della prima guerra mondiale.
Vede nascere il jazz, sopravvive alla crisi del 1929 ed esce indenne dalla seconda guerra mondiale.
Il colore verde-giada non credo sia stato scelto a caso. Nella disciplina orientale (cinese) la giada è una pietra che aiuta a raggiungere i propri obiettivi, conduce all’intraprendenza e proietta il soggetto che indossa tale pietra oltre i propri limiti auto-imposti.
Senza dimenticare che è il colore della speranza, forse con riferimento alla speranza di non vedere un nuovo conflitto mondiale.
Mi chiedo chi abbia tenuto questo esemplare in maniera così impeccabile per tutto questo tempo.
Mi chiedo se questa penna abbia trasmesso sentimenti come un “Mi manchi. Quando torni a casa?” in forma epistolare da parte di una donna che scrive al proprio marito impegnato “al fronte”.
La piccola Personal Point non potrà mai svelarmi la sua storia, ma da oggi potrà dire - come scrisse Dante -
incipit vita nova … e questa potrò raccontarvela!
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Marca
Wahl EversharpModello
Personal PointPennino n. 2
DATI TECNICI:Lunghezza da chiusa: 11 cm.
Lunghezza da aperta: 10 cm.
Lunghezza con cappuccio posted: 14,5 cm.
Spessore impugnatura: varia da 0,6 cm in prossimità del pennino fino a 0,8 cm. In prossimità della filettatura di avvitamento
Lunghezza pennino: 1,9 cm.
Spazio impugnatura: 1,6 cm. prima di incontrare 0,4 cm. di filettatura di avvitamento
Capacità serbatoio (sacca): 0,6 ml.
PESO:- da carica: 16 gr. gr.
- senza cappuccio: 8 gr.
- del cappuccio: 8 gr.
Sistema di caricamento: levetta laterale
Pennino in oro 14 k.
Cappuccio ad avvitamento.
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Estetica e design: 10Non è una penna che passa inosservata.
Nonostante le sue ridotte dimensioni richiama l’attenzione su di sé grazie ad un verde giada brillante nella parte iniziale del cappuccio andando via via a scurire fino al fusto in un verde militare.
Questa variazione è dovuta dalla reazione della celluloide con lo zolfo disperso - sotto forma di anidride solforosa - dalla gomma vulcanizzata del serbatoio.
(Preciso che questa informazione non è “farina del mio sacco”: ho appreso tale processo chimico “spremendo come un limone” il povero Tubi che, dopo avermi regalato la penna oggetto di recensione, si è visto - insieme al paziente Gong-oh - tempestato di domande a raffica come solo i bambini della scuola d’infanzia posso fare).
La forma è tronca (ricordando un po’ la moderna Sailor Sapporo anche per le ridotte dimensioni) con estremità nere che non forzano un contrasto cromatico ma forniscono maggiore risalto agli inserti in oro.
La nappina posta alla sommità del cappuccio le conferisce quel fascino che solo un mito storico può suscitare.
Raffinata ed elegante come Audrey Hepburn, una bellezza intramontabile.
Realizzazione e qualità: 10Davvero ha senso dare questo tipo di valutazione?
Stiamo parlando di una penna, costruita in celluloide, che ha attraversato 2 secoli!
Una penna che ha quasi raggiunto i suoi 100 anni di vita!
Credo che tale durata si commenti da sé.
Peso e dimensioni: 10Non fatevi ingannare dalle dimensioni ridotte! Una volta calzato il cappuccio si può ammirare la sua evoluzione ed abbiamo una sporgenza in coda, rispetto all’incavo della mano, di quasi 3 cm..
Il rivestimento in oro posto all’apice del cappuccio, nonostante presenti un peso rilevante rispetto all’intera penna, non comporta sbilanciamenti in sede di scrittura con cappuccio posted.
Impugnata senza calzare il cappuccio risulta scomoda per mani adulte.
Pennino e prestazioni: 10Prima di parlare del pennino, mi fermerei un attimo sull’impugnatura.
Tale spazio è “il minimo sindacale” per una presa confortevole ma ciò che la rende particolarmente comoda è la sporgenza in prossimità dell’attaccatura del pennino che impedisce lo scivolamento dei polpastrelli.
Niente imbrattamenti da “foto segnalamento da Questura”!
Appena inchiostrata ho scordato la regola delle “3 gocce” … lo sversamento sulla mano appena aperto il cappuccio è stato il suo modo per rimproverarmi per la mancanza di attenzione.
Utilizzo senza cappuccio posted: SCONSIGLIATO.In tale contesto il pennino preferisce un’inclinazione di 30 gradi rispetto all’asse del foglio. A 40 - 45 gradi si avvertono maggiormente eventuali asperità della carta ed i rebbi sembrano sollecitati in modo innaturale.
Predilige una scrittura lenta, riflessiva e curata; può sopportare la scrittura veloce purché soft e non nervosa.
Utilizzo con cappuccio posted: le prestazioni di scrittura cambiano, la sua personalità si fa più decisa, il pennino si presta ad un’inclinazione maggiore fino a raggiungere i 40 gradi.
Personalmente non amo calzare il cappuccio ma in questo caso si rende necessario in quanto migliorativo delle prestazioni di scrittura.
Quello che mi ha stupito in questa penna è la perfetta bilanciatura dei pesi.
Appoggiata all'incavo della mano trova senza difficoltà il suo equilibrio e la presa tra le dita funge più da "guida" che da supporto vero e proprio!
Test di scrittura:1) scrive senza problemi su
correttore a nastro rendendo quasi impossibile distinguere il tratto restituito sulla carta da quello tracciato sulla scivolosa e impermeabile superficie del correttore
2) su
carta igienica le prestazioni sono accettabili, spiuma ma garantisce comunque la leggibilità del manoscritto
3)
pit-stop: lasciata aperta sulla scrivania per 15 minuti riprende a scrivere come se avesse avuto il cappuccio calzato per tutto il tempo! Mi aspettavo un minimo accenno di fatica nel primissimo tratto … invece niente! Sorprendente!
Dopo 20 minuti perde solo i 2 mm di tratto iniziale poi scrive tranquillamente come se nulla fosse!
ConclusioniE’ dotata di prestazioni e potenzialità inimmaginabili.
Il moderno standardizza il tratto rendendolo impersonale.
Il vintage, con la sua flessibilità, restituisce variazioni di tratto e cromatiche diverse non soltanto a seconda dell’utilizzatore, ma addirittura a seconda dello stato d’animo dello scrittore.
L’eleganza è un dato oggettivo (non soggettivo) e l’esemplare recensito fa impallidire qualsiasi modello moderno.
Ringraziamenti:1)
Il Tubi, per avermi regalato la penna oggetto di recensione e non avermi bloccato tra i suoi contatti dopo le foto e le domande a raffica inviate sul suo smarphone
2)
Il nostro Admin, per averla resa perfetta con un sapiente e accurato lavoro manutentivo
3)
Gong-oh, per la pazienza nel sopportare i miei: “Perché? - Cos’è? - Come si chiama?”