Ieri stavo sistemando la mia scrivania.
Ho estratto dal portapenne le stilografiche che uso più frequentemente ed ho riposto le altre.
Ho messo in ordine tutto: libri, codici, inchiostri, penne, evidenziatori, matite, spry per pulire gli occhiali, astucci vari.
Quando mi è capitato in mano il calamo in bamboo che Riccardo ci ha regalato al Penshow ... ho smesso di riordinare. L'ho guardato, ho preso una boccettina di inchiostro ed ho iniziato a scrivere su un foglio: "Che nostalgia del Turin Penshow!"
La frase è uscita spontanea commista ai sentimenti scaturenti da bellissimi ricordi.
Che figata giocare con il pennino in vetro!
Che bello vedere gli occhi di tuo figlio brillare mentre provava l'Asterope di Erminio.
Che ridere quando il Fenomeno ha cercato di appropriarsi della Wahl Eversharp di Erminio (e Erminio aveva uno sguardo tra il "ti uccido" e il divertito).
Che strano vedere tanti adulti con le mani imbrattate di inchiostro che non si curavano minimamente di essersi sporcati.
Se non ci fosse stato Resvis avremmo perso il treno.
Quelle ore, passate attorno a quel tavolo, sono volate.
E' come se il "mondo fuori" non esistesse, perché quello che c'era in quella sala era TUTTO, era il MONDO.
Sul Frecciarossa, il Fenomeno, si è messo a giocare con il calamo in bamboo mentre io tenevo la boccetta d'inchiostro.
Questo è tutto ciò che mi è rimasto del Penshow (insieme al Tubi che mi prendeva in giro per le mie maki-e): un ricordo bellissimo, indelebile, che ora guardo con nostalgia.