avevo mostrato in passato una riparazione simile, ma stavolta ho documentato con una lunga sequenza fotografica il restauro di un cappuccio in ebanite sbeccato in due punti.
Come noto l'ebanite non può essere sciolta, né col calore, né con solventi; quindi, visto che non può essere saldata le alternative possibili sono la ricostruzione, totale o parziale, ex-novo, oppure la rappezzatura con un materiale il più simile possibile. Per quella che è la mia esperienza, i risultati migliori si ottengano con ebanite polverizzata (consumandola sulla carta abrasiva) miscelata con adesivo cianacrilico (Attak e simili). Per creare un supporto ed irrobustire la parte uso un ritaglio di carta velina che posiziono all'interno imbevendola con lo stesso adesivo cianacrilico. Naturalmente la parte deve essere perfettamente pulita e sgrassata. Il composto miscelato si stende in più mani sino a riempire la mancanza. L'essicazione è piuttosto rapida; è da raccomandare di operare in locali ben aereati o vicino ad una finestra aperta. In breve tempo si può passare alla levigatura, prima grossolana ed in seguito con carta abrasiva sempre più sottile, sino alla lucidatura finale.
La riparazione non è invisibile, ma neppure troppo evidente e comunque il cappuccio è tornato integro.
In alcuni casi si ottengono risultati ancora migliori, probabilmente dipende dall'ebanite, nella quale credo possa sensibilmente variare il contenuto di zolfo, possibile che giochino altre variabili che tuttavia è difficile individuare. Insomma, chi si accontenta gode.