Recensione SAILOR - REALO - Pennino F
DATI TECNICI:Lunghezza da chiusa: 14 cm.
Lunghezza da aperta: 12,2 cm.
Spessore impugnatura: 1 cm. nella parte adiacente il pennino
Spessore impugnatura: 1,3 cm. nella parte confinante con la finestra d’ispezione
Finestra d’ispezione: 3,7 mm.
Lunghezza pennino: 2,2 cm.
Capacità serbatoio: 1,5 ml.
PESO:- da vuota: 22 gr.
- senza cappuccio: 12 gr.
- del cappuccio: 10 gr.
Sistema di caricamento: a pistone
Pennino in oro 21k
Chiusura ad avvitamento (non a pressione)
Spazio di impugnatura: 1,9 cm. prima di arrivare ai 0,7 cm. di filettatura di avvitamento.
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Ci sono penne che si amano subito, al primo tratto, altre che si odiano dopo una sola riga, altre che non trasmettono nulla anche dopo pagine e pagine.
La Realo non è una penna che “dà molta confidenza”, non lega subito con il suo utilizzatore, è una penna particolare; il rapporto con lei - almeno nel mio caso - è molto controverso.
La prima volta che l’ho provata ho avvertito un brivido: la sua scorrevolezza mi conquistava, il suo tratto fine quanto un capello mi stupiva, il suo pennino in oro 21 k brillava sotto i miei occhi.
Eppure, nei giorni, nelle settimane e nei mesi a seguire, restava sempre nel porta penne, inutilizzata.
Non la cercavo. Non la sceglievo. Preferivo altre penne, meno affidabili, meno precise, meno fini, meno (apparentemente) delicate.
Nella mia testa mi tormentava una frase soltanto: “Se Marco Moricci mi ha consigliato questa penna, significa che è una penna fantastica, altrimenti non me l’avrebbe fatta comperare. Perché la trova così eccezionale? A me sta quasi antipatica!”
La mia riluttanza era dovuta a quel pennino a 21 k, mi metteva soggezione!
In un momento di “insanità mentale” decido che avrei estratto la Realo dal portapenne con la stessa determinazione con cui John Wayne estraeva la sua colt nei noti film western.
Riparte subito, senza incertezze dopo 6 mesi di inutilizzo e nonostante sia caricata con inchiostri scadenti.
Troppo perfetta. La amavo e la odiavo nello stesso tempo.
Un mio recente acquisto mi ha fatto rimpiangere la perfezione delle penne Sailor.
Dopo 2 settimane, sto ancora litigando con la new entry per trovare l’inchiostro più adatto, quello che la rende particolarmente scorrevole, senza allargare troppo il tratto e mi garantisce continuità di scrittura senza incertezze.
Con Sailor non ho mai avuto di questi problemi: sono perfette sempre e comunque.
Digeriscono qualsiasi inchiostro e sono capaci di mantenere il tratto originale (fine o medio che sia) anche se si scrive sulla carta igienica!
Estetica e design: 9Forma ogivale, linea sobria e snella.
Di pochi millimetri più lunga dell’Aurora 88 per via del fondello dalla forma allungata (sembra un proiettile), la circonferenza è maggiore nella penna italiana.
La particolarità sta nella finestra d’ispezione, collocata “a vista”, sul fusto ma all’esterno della chiusura del cappuccio.
La Realo è disponibile in due colori: bordeaux e nero.
Il materiale è sempre resina (plastica).
Sull’anello posto alla base del cappuccio vi è la scritta SAILOR JAPAN FOUNDED 1911.
Tale dicitura si rinviene anche sulla Sailor Sapporo.
Un design banale e anonimo, “da funerale” direbbe mio figlio, “uno stile classico” lo definirei io.
Tuttavia quella resina nera e lucida in un corpo snello, ricorda la sinuosità e l’eleganza di una pantera nera.
La similitudine ci sta tutta: quando si scrive velocemente, con tratto un po’ nervoso, il pennino emette un “soffio”, molto simile a quello dei gatti quando sono sulla difensiva, mentre quando si scrive normalmente è silenziosa come il passo di un felino.
Realizzazione e qualità: 10Una penna apparentemente “delicata”, ma la solidità dei materiali traspare appena la si impugna.
La clip è particolarmente resistente ed ha uno spazio di affrancatura di tutto rispetto.
Ogni dettaglio è curato e sembra più progettato per funzionalità che per mera estetica.
Se proprio vogliamo trovare un “difetto” in questa penna è la finestra d’ispezione che misura 0,37 cm. contro i 0,6 cm. dell’Aurora 88.
Peso e dimensioni: 9La maggior parte del peso deriva dal cappuccio.
L’ispessimento del materiale resinoso in tale contesto è finalizzato ad un’adeguata protezione del pennino.
La solidità e la robustezza del clip che si estende per 3,8 cm. incide anch’essa nel peso del cappuccio, senza creare fastidiosi scompensi estetici o scomodi sbilanciamenti.
La Sailor Realo è perfettamente bilanciata sia con cappuccio posted sia utilizzata senza tappo calzato.
Tuttavia si segnala che la lunghezza della penna, con cappuccio posted arriva a 15,6 cm.
Pennino e prestazioni: 10 e lodeSi fa presto ad essere “scorrevoli” quando si sversa una qualità d’inchiostro degna di un idrante e con un pennino di dimensioni standard!
Rendere un pennino scorrevole a tal punto da non emettere alcun fruscìo sulla carta, con un flusso d’inchiostro ragionevole è un’arte che solo Sailor sa restituire.
C’è chi si lamenta del flusso “scarso” delle penne giapponesi.
Tale eccezione risulta frutto di valutazione soggettive oltre che formulata su parametri falsati.
Se si è abituati al flusso abbondante tipo Pelikan, Sailor è sicuramente una penna dal flusso magro!
Una penna si utilizza per scrivere anche appunti scolastici e qualsiasi studente non può permettersi di fare una partita a scacchi - nell’attesa che l’inchiostro si asciughi completamente - prima di poter girare la pagina e proseguire nella stesura degli appunti!
Chi reputa che le penne Sailor hanno un flusso “stitico” probabilmente sono abituati a penne “incontinenti”.
In conclusione, si ritiene che il flusso delle Sailor sia costante, regolare ed adeguato alle eccellenti prestazioni.
Qualità / Prezzo: 10
Vero che siamo nella “fascia alta” per quanto attiene il prezzo, ma vi sono penne di importo superiore con prestazioni abissalmente inferiori!
E’ una penna che merita, per la solidità del materiali e per l’affidabilità del pennino che oltre a restituire una scrittura scorrevole sembra non essere in grado, anche dopo mesi di inutilizzo, di mostrare incertezze.
Consigliata: A occhi chiusiScrive senza problemi su correttore a nastro (tuttavia, in varie penne ho notato che l’inchiostro che mal si concilia con tale superficie di scrittura è l’Edelstein della Pelikan, poiché tende ad allargare e sbiadire il tratto).