Notevole che da una semplice penna, panna per qualcuno (significativo lapsus), si giunga a discorsi ontologici.
Senza addentrarci in dottrine panteistiche, credo che ognuno di noi, in misura diversa, in ragione di una diversa sensibilità, percepisca nell'ambiente, negli oggetti, negli esseri viventi, nelle persone l'esistenza di qualcosa che trascende la realtà, dove per realtà intendo ciò che la nostra intelligenza, attraverso i cinque sensi, riesce ad identificare.
Difficile attribuire un nome a ciò che non può essere identificato. Chiamiamola anima, aura, energia vitale, qualsiasi altro termine, non importa: esiste.
L'acquisirne consapevolezza spalanca la mente verso le emozioni, quali elementi imprescindibili del nostra esistenza e non inutili sentimenti irrazionali. Sorridiamo per una cincia appesa a testa in giù mentre becchetta una bacca, ci rattristiamo quando sotto un cumulo di vecchie coperte e cartoni scorgiamo un uomo.
Ecco perché quando ho una penna fra le dita, non uso un semplice strumento per tracciare dei segni convenzionali, ho fra le mani un piccolo universo, dove c'è posto per i brevetti di Pedewall, le battute del Lorde, le foto del Boss, le perle di Max, l'entusiasmo del Fenomeno, la K del Prof. ....... Lo so, non è il caso che tu lo dica, Falchetto, vado a prendere una pastiglia di Imodium.