Ho acquistato la versione cartacea della rivista in questione.
Inizialmente il prezzo mi sembrava decisamente alto (se rapportato alle riviste che comunemente si trovano in edicola) ma solo dopo un'attenta lettura ed esame ho compreso la qualità che si celava dietro ogni singola pagina.
Già la copertina, spara 3 punte di diamante di Casa Aurora ... per la serie ... il giornalista in questione ha usato l'artiglieria pesante: Aurora Etiopia - "Nuova" Aurora 88 - Aurora Asterope.
La prima cosa che salta all'occhio è il geniale accostamento di foto moderne con le locandine dell'epoca; un'arguzia senza pari tesa più ad avvicinare i due "mondi" (passato e presente) che a demarcarne i confini.
La seconda cosa che si nota, purtroppo, è la carenza di margine di rilegatura, con l'effetto che alcune parti vengono "mangiate" dal punto di giunzione.
La presentazione dei tre esemplari esposti in copertina è corredata da:
- collocazione storica: come nasce, in quale contesto (nel caso dell'Etiopia addirittura perché nasce) storico e culturale. Ho sempre odiato la storia ma il modo di narrarla del giornalista ha suscitato la mia curiosità e il mio interesse per i fatti contenuti nell'articolo;
- presentazione tecnica esposta in modo estremamente semplificato, senza tecnicismi che fanno sentire un neofita un povero deficiente ma che invece lo avvicinano in modo comprensibile al mondo "tecnico"
- sistema di caricamento con tanto di immagini esplicative, spesso con la riproduzione di locandine dell'epoca. Ecco, questo l'ho trovato una figata spaziale!!!
Piccolo appunto: caro Riccardo ... nei vari copia e incolla hai letteramente sminchiato la recensione dell'Aurora 88 (pagina 32 e 33).
Terminata la presentazione delle penne, la rivista "apre" alle persone, con le loro storie, le loro esperienze, le loro emozioni e i loro ricordi.
Va da sé che nel numero 0 ... i giornalisti hanno "giocato pesante", andando ad intervistare l'A.D. di Aurora, Il Capitano (per chi non lo conoscesse ... è un pezzo da 90! Si narra che sia uscito dal grembo materno impugnando un'Asterope e gridando: "Ferisce più la penna che la spada"), un Maestro Calligrafo e una dipendente dell'Officina della Scrittura che racconta come i bambini si avvicinino in modo molto rispettoso al mondo delle stilografiche e ne siano attratti.
Discreti i messaggi pubblicitari dove si pubblicizzano:
- eventi in programma all'Officina della Scrittura
- il nostro forum.
Conclusioni: a parte la recensione sminchiata (un vero peccato) la rivista merita, è fatta bene, il testo è comprensibile anche ai "non addetti ai lavori" e il tenore narrativo è scorrevole e piacevole. Geniale l'idea di accostare fotograficamente passato e presente con l'intento di unire (e non dividere nettamente) e di dare spazio non solo all'oggetto in sé (la penna) ma anche alle persone che "ci stanno dietro" (dalla produzione all'utilizzazione finale).
Restiamo in attesa delle VIDEO INTERVISTE, magari ai bimbi che partecipano al tour guidato presso l'Officina della Scrittura.