MARCA: AURORA
MODELLO: AURETTA
Prodotta indicativamente tra il 1980 e il 2000.Materiale: misto: plastica con rivestimento, in alcune sezioni, con lamina di ottone cromato spazzolato.
Pennino: in acciaio, sprovvisto di indicazioni circa la misura; presumibilmente potrebbe essere un Medio/Fine.
Particolarità: il pennino è assolutamente piatto!
DATI TECNICI:Lunghezza da chiusa con cappuccio calzato: 13,5 cm.
Lunghezza da aperta senza cappuccio calzato: 12 cm.
Lunghezza del pennino: 1 cm.
Lunghezza impugnatura: 2,5 prima di incontrare il punto di giunzione in cui il cappuccio si incastra al fusto.
Lunghezza della clip: 4,8 cm.
Spazio di affrancatura della clip: 3,7 cm.
Spessore impugnatura: 0,8 cm.
Peso della penna da chiusa con cappuccio: 20 g. (carica e completa)
Peso della penna senza cappuccio senza sistema di caricamento: 10 gr.
Peso della penna senza cappuccio con sistema di caricamento: 14 gr.
Peso del cappuccio: 6 gr.
Il sistema di caricamento è a cartucce proprietarie, modello “colorcart” non più in produzione; tuttavia abbiamo trovato la compatibilità con le cartucce Sailor e, di conseguenza, anche con il relativo converter ma solo per il modello oggetto di recensione!
Il modello Auretta 32, completamente in metallo, con pennino semi-carenato, seppure calzi le medesime “colorcart” non accetta le cartucce / il converter Sailor. E’ in fase di sperimentazione la compatibilità con l’adattatore Platinum al fine di poter installare le cartucce standard, tipo Pelikan. Allo stato, tale accorgimento, pare funzionare.
ESTETICA E DESIGN:L’esemplare in mio possesso è composto da porzioni di metalliche (ottone cromato spazzolato) che si alternano con anelli color verde chiaro installati su plastica verde scuro.
Design decisamente sobrio che si presta sia all’uso formale d’ufficio sia al meno serio ambito scolastico (troppo “impegnativa” per la componente metallica per le mani di uno studente della scuola primaria).
REALIZZAZIONE E QUALITA':Nasce come penna scolastica … ben 30 anni fa, anche se altri modelli hanno visto la luce già negli anni ’50.
A seconda del modello di Auretta, Aurora ha adottato cartucce con attacchi diversi:
1° serie, che era una 88 con cartucce “Duocart”;
2° serie in plastica con pennino semi-carenato, con cartucce “Duocart” con contro fondello in metallo; tale serie è stata affiancata dalla c.d. “lusso”, una serie con cappuccio e fusto interamente in acciaio mentre la parte afferente all’impugnatura risultava in plastica liscia;
3° serie in plastica, con pennino “a lancia”, con cartucce “Colorcart”; tale serie ha visto anche la variante “lusso”, ossia interamente in metallo;
4° serie in plastica ma con inserti di un secondo colore, il pennino è sempre “a lancia” e le cartucce montate sono sempre le “Colorcart”;
5° serie riprende la versione precedente con “anelli” colorati ma il fusto e il cappuccio si “rivestono” di ottone cromato spazzolato (come quella oggetto di recensione), il pennino è sempre “ lancia” e le cartucce sono sempre le “Colorcart”.
Dicevamo che nasce come penna scolastica.
Precisiamo, per i non addetti ai lavori, cosa significa:
- penna in grado di resistere a “lanci di media e lunga gettata”,
- in grado di sopportare scrittura frettolosa (appunti presi con calligrafia non proprio calos),
- in grado di reggere lo stress da compito in classe dove le mani sudano e la tensione mista ad ansia si esprime con una eccessiva pressione del pennino sul foglio.
Moltiplichiamo tali sollecitazioni per un arco temporale variabile, dai tre ai cinque anni (a seconda del tipo di istruzione intrapresa: primaria, secondaria, superiore).
Una penna che esca indenne da un periodo adolescenziale, deve essere considerata un’eroina.
La Aurora Auretta oggetto di recensione mostra immediatamente le sue caratteristiche di robustezza e solidità, evidenziando, da chiusa, la componente in ottone cromato.
Tuttavia, da un’attenta disamina dell’esemplare in questione, si evince che la Auretta è costruita interamente in plastica mentre la parte metallica costituisce un rivestimento di alcune sezioni, con funzione sia decorativa / estetica che protettiva del materiale sottostante.
PESO E DIMENSIONI:Calza perfettamente nelle mani di un adulto ma non crea problematicità nelle mani di un bambino.
Trova agevole collocazione in astucci scolastici e confortevole alloggiamento negli elastici di contenimento.
Il rivestimento metallico non incide sulla comodità nelle lunghe sessioni di scrittura (test effettuato su 4 ore consecutive).
TEST DI SCRITTURA:Come di routine, abbiamo effettuato i seguenti test:
1) scrittura su carta igienica: test non superato. Spiumaggio che compromette la leggibilità dello scritto.
E’ un test che potremmo definire “estremo” nel senso che ben difficilmente i fogli protocollo dei compiti in classe presentano una qualità così scadente.
2) scrittura su carta Fabriano EcoQua (85 g/m2): test superato, nessuno spiumaggio grazie comunque ad un flusso “controllato” (non eccessivamente generoso come quello che contraddistingue le scolastiche o la fascia alta di Pelikan).
3) scrittura su correttore a nastro: test superato a pieni voti.
4) pit-stop: lasciata aperta sulla scrivania, dopo 10 minuti registra un tratto incerto sulla prima lettera mentre riprende con flusso normale e costante già dalla successiva.
5) scrittura su carta copiativa: si tratta della penna che si comporta meglio di chiunque altra su tale superficie di scrittura.
CLIP TEST:Abbiamo agganciato la clip ad un righello flessibile, in plastica ed abbiamo agitato energicamente il righello.
Una simile sollecitazione la penna potrebbe riceverla soltanto se collocata in una giacca che sta per essere utilizzata come drappo in una corrida.
La Aurora Auretta non si è mossa di un millimetro dal punto del righello in cui era stata posizionata.
SENSAZIONI DI SCRITTURA: Il pennino è indubbiamente rigido e la scorrevolezza non è entusiasmante.
In fase di scrittura si avverte un fruscio sulla carta, simile alla lama dei pattini quando sfiorano il ghiaccio; tuttavia, tale aspetto non è fastidioso.
Questi aspetti negativi, in realtà, hanno una giustificazione ed una loro utilità:
- pennino rigido: accorgimento per consentire la durata e la fruizione di tale penna in ambito scolastico (durante una sessione d’esame / compito in classe, lo stress e l’ansia a cui è soggetto l’esaminando viene “scaricata” sul pennino);
- non particolarmente scorrevole (N.B.: ciò non significa che faccia fatica a scrive e la redazione di appunti o compiti diventi un calvario!): dovuta al flusso controllato che consente una rapida asciugatura.
Dopo 4 ore di appunti il livello d’inchiostro nel converter si è abbassato di 3 mm. (consumo irrisorio).
CONTESTO DI UTILIZZO:Formale: uso ufficio.
Scolastico: scuola secondaria di primo e secondo grado, università.
CONCLUSIONI:Avevo provato l’Aurora Auretta (modello lusso) di un amico con l’intento di recensirla lì sul posto, nel giro di qualche ora, incuriosita da quel pennino piatto, con la forma così “strana” e peculiare.
Ho scritto poche righe, le classiche “Prova di scrittura con Aurora Auretta Lusso” e alla prima impressione non è scattato alcun “feeling”, non era una penna meritevole di apprezzamento, non aveva “doti particolari” quali la scorrevolezza, la flessibiltià, l’impugnatura stracomoda (dell’Aurora 88). Insomma, non mi diceva assolutamente nulla.
Un altro amico mi ha donato (ai fini di trovarle un’adozione) l’Auretta Club e ho deciso di testarla sul campo, ma un campo vero, il campo dello studio universitario.
A mia disposizione due penne per il confronto, contenenti lo stesso inchiostro: Pilot Falcon (modello in resina) e Aurora Auretta.
Solo dopo aver scritto una decina di pagine mi sono resa conto che più frequentemente, inconsciamente ed istintivamente sceglievo la Auretta.
La Pilot Falcon ha il pregio di essere più leggera e più scorrevole della Auretta eppure sceglievo l’Aurora.
Razionalmente non riuscivo a spiegarmi tale scelta (crisi mistica della terza età con principio di demenza senile?)
Le motivazioni sono da ricercarsi nella “destinazione d’uso” della penna stessa: è una penna nata per gli studenti, quindi Aurora aveva ben presente l’ambito applicativo di tale modello.
Si presta infatti alla scrittura nervosa (in sede di compito in classe) e frettolosa (quando sei costretto prendere appunti alla velocità della luce perché il prof. deve vincere le olimpiadi del maggior numero di informazioni in minor tempo possibile!)
Scrittura nervosa + frettolosa = sgranchire la mano dopo ogni facciata.
Non nel caso in esame, il cui test è stato effettuato con una scrittura ininterrotta di 4 ore moltiplicato per 6 giorni.
Siamo davvero nell’Olimpo delle scolastiche.
L’attuale produzione Aurora mira ad una platea elitaria quasi a confermare la visione montblanchiana che “la stilografica è un simbolo”, economicamente inaccessibile per i “comuni mortali”, inavvicinabile per gli studenti.
Non stupisce che Lamy si sia accaparrata una gran fetta di mercato con le sue (scomodissime) Safari: penne semplici, in plastica e alla portata (economica) di tutti.
Peccato.