Correva l'anno 2011 ed era gennaio quando su questo forum, si parlò a lungo della morte dei penshow italiani. Oggi, a distanza di 8 anni da quel primo topic, 24h dall'ultimo penshow milanese e dopo una lunga chiaccherata davanti ad un piatto di fettuccine, mi chiedo cosa effettivamente sia cambiato nei penshow italiani.
Purtroppo, devo ammettere che la risposta più onesta che si possa dare è NIENTE come se il trascorrere del tempo e dei penshow, abbia in verità appianato e livellato il tutto verso il basso, verso la mediocrità di eventi sempre più circoscritti dove vecchi parrucconi se la cantano e se la suonano da oltre 25 anni.
Personalmente vado per i 40 anni e ho memoria dei Penshow dall'età di circa 12 anni anno più anno meno, eppure i volti e le persone che incontro sono da sempre le stesse, segno che forse qualcosa non è andato per il verso giusto, sempre che, chi organizza i Penshow, abbia mai pensato che ci fosse un verso giusto.
Certo di tanto in tanto qualche volto nuovo e qualche giovane in più c'è ma come dice il proverbio, una rondine non fa primavera e gli innesti giovani, invece che apportare freschezza e gioia di fare, data la loro limitata presenza, non fanno altro che prolungare l'agonia di un corpo forse troppo vecchio e agonizzante per esalare l'ultimo respiro.
Quindi cosa fare? Tirare a campare finché dura, oppure avere il coraggio di staccare la spina e dare il colpo di grazia al vecchio drago?
Personalmente, sono per staccare la spina e da lì ripartire, tentando un balzo evolutivo affinché una nuova generazione di pen show e collezionisti si facciano avanti per promuovere nuovi eventi con format completamente differenti.
Chi mi conosce sa che da tempo, ho intrapreso attraverso il Turin Penshow un percorso di rinnovamento, tentando con alterne fortune dei format via via differenti e cercando di portare sempre qualcosa di nuovo. Certo non è abbastanza, servirebbe molto di più ma per ora, contando soltanto sulle mie forze oltre a questo non è possibile ottenere, anche se quello raccolto fino ad ora, soprattutto con le edizioni 2016, 2017 e 2018 ha avuto un buon riscontro sia di pubblico che di critica. Riposare però sugli allori non è cosa saggia e così, credo che sia giunto il momento di un ulteriore colpo di reni, per la serie, o ci si evolve ancora, oppure il Turin Penshow muore.
E gli altri pen show? Come accennato ieri si è svolta l'edizione 2019 di quello milanese, dove per la prima volta ho sentito sia gli organizzatori, sia diversi espositori parlare apertamente della necessità di trovare una sede più grande e luminosa.
Certo, se pensiamo che l'ACPS esiste da almeno 25 anni e che il problema location sia finalmente all'ordine del giorno mi fa ben sperare. Magari tra altri 25 anni si riuscirà a risolverlo in maniera definitiva e ci si renderà anche conto che il format dei pen show in questo modo, sono morti, almeno qui in Italia... Dopotutto, è sufficiente pensare che l'ultimo pen show milanese è stato organizzato in un cubicolo di circa 6 metri x 9. Metteci dentro circa 15/20 banchi e una sessantina di persone e capirete ben bene da soli che tempo 3 minuti e l'aria si vizia di aromi non proprio piacevoli. Senza contare la scarsità di luce e la possibilità di muoversi con una certa tranquillità.
Se questo lo definiamo un pen show, secondo me, siamo veramente alla frutta. Personalmente, ho passato più tempo fuori al bar che tra i banchi a girare come un solifugo in cerca di ombra.
Se devo pensare al futuro dei pen show italiani, ritengo che un evento come quello di Milano sia esattamente tutto ciò che un vero pen show non dovrebbe essere. Infatti, se dall'equazione Milano leviamo per un momento il problema "sede dell'evento" cosa rimane della giornata di ieri? Un manipolo di persone quasi ottuagenarie o giù di lì, le quali si conoscono più o meno tutte, riunite a fare qualche affare. In pratica una cosa non molto dissimile da una setta carbonara e affini.
La cultura in tutto questo dov'è? I giovani in tutto questo dove sono? La bellezza in tutto questo dov'è? Le novità dove sono? Come possono pensare che tutto questo possa affascinare qualche conoscente, amico o semplice curioso? Al di là del lato affaristico, cosa può lasciarmi un evento così?
Certo i problemi sono tanti, e risolverli non è facile, anzi sembra quasi impossibile trovare il bandolo della matassa, eppure bisogna provarci a tutti i costi per non fare morire quel poco che ancora c'è di buono e noi ultimi collezionisti di penne stilografiche con loro.