Mi chiamo Giovanni, vivo tra Cagliari e Milano, faccio l’avvocato.
Colleziono stilografiche antiche e moderne, europee, americane e giapponesi.
So che metodologicamente non è l’approccio più ortodosso, ma ciò che mi spinge è il desiderio di usarle. Ed il piacere di usare una Wahl Eversharp Deco Band o una Visconti Homo Sapiens sono molto diversi, e non voglio privarmi di nessuno dei due.
Una penna antica è l’epoca del progresso tecnologico, dei brevetti, delle imitazioni, del capitalismo selvaggio e della fiducia nell’uomo. Della fila di persone che vestivano e pensavano diversamente da me, che la hanno impugnata prima di me per trarne una grafia diversa dalla mia. Una penna nuova è l’affidabilità del nuovo, che non fa le bizze e non schizza, le linee contemporanee, i materiali e le soluzioni nuove, il viaggio in aereo senza sorprese.
Così sono un collezionista un po’ impulsivo, un po’ affettivo, un po’ irrazionale. D’altronde, citando Takuan Soho, “la mente è un’ottima serva e una pessima padrona”.
Spero di essere a Torino (mi sto organizzando) per un saluto personale.