Autore Topic: QUESTIONE DI STILO  (Letto 2277 volte)

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Offline fabbale

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QUESTIONE DI STILO
« il: Marzo 16, 2020, 11:57:44 am »
Per gli amanti della lettura io me ne sono procurato una copia che mi è arrivata oggi

https://www.amazon.it/Una-questione-stilo-Cesare-Verona/dp/8809886976/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&keywords=questione+di+stilo&qid=1584356071&sr=8-1




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Re:QUESTIONE DI STILO
« Risposta #1 il: Aprile 14, 2020, 18:16:00 pm »
Libro interessante che però, non porta praticamente nulla di nuovo e che paga lo scotto di non essere ciò che doveva essere. Per il suo centenario, Aurora poteva e soprattutto doveva fare molto di più. Purtroppo l'unica cosa epica fatta per il centenario è stata la festa in sede che però non ha portato a nulla. Un grandissimo atto di onanismo.
Peccato.

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Offline Gong-oh

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Re:QUESTIONE DI STILO
« Risposta #2 il: Aprile 15, 2020, 02:29:59 am »
 :set2010078:

Indubbiamente il nostro Boss ha stilo nell'esprimere giudizi, così come il Lord ha stilo in tutte le sue scelte.

 :set2010090:


Offline fabbale

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Re:QUESTIONE DI STILO
« Risposta #3 il: Aprile 15, 2020, 10:09:40 am »
Libro interessante che però, non porta praticamente nulla di nuovo e che paga lo scotto di non essere ciò che doveva essere. Per il suo centenario, Aurora poteva e soprattutto doveva fare molto di più. Purtroppo l'unica cosa epica fatta per il centenario è stata la festa in sede che però non ha portato a nulla. Un grandissimo atto di onanismo.
Peccato.

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Riccardo, credo che questa volta "l'affaire penna" volutamente è stato messo in secondo piano, infatti se ne parla poco e pochi sono i riferimenti per l'aspetto del collezionismo.
Io l'ho letto con piacere seguendo la saga familiare e concentrandomi ed ammirando quello che è stato riportato.
Riferimenti storici a pionieri dell'Industria italiana (Olivetti per fare un nome), mi hanno fatto solo piacere per rendermi conto ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che come italiani, in certi ambienti, non siamo mai stati secondi a nessuno.

Online turin-pens

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Re:QUESTIONE DI STILO
« Risposta #4 il: Aprile 20, 2020, 19:36:00 pm »
Libro interessante che però, non porta praticamente nulla di nuovo e che paga lo scotto di non essere ciò che doveva essere. Per il suo centenario, Aurora poteva e soprattutto doveva fare molto di più. Purtroppo l'unica cosa epica fatta per il centenario è stata la festa in sede che però non ha portato a nulla. Un grandissimo atto di onanismo.
Peccato.

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Riccardo, credo che questa volta "l'affaire penna" volutamente è stato messo in secondo piano, infatti se ne parla poco e pochi sono i riferimenti per l'aspetto del collezionismo.
Io l'ho letto con piacere seguendo la saga familiare e concentrandomi ed ammirando quello che è stato riportato.
Riferimenti storici a pionieri dell'Industria italiana (Olivetti per fare un nome), mi hanno fatto solo piacere per rendermi conto ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che come italiani, in certi ambienti, non siamo mai stati secondi a nessuno.

Caro Lord ma infatti il mio messaggio precedente, non era riferito al contenuto (che seppur buono, nei fatti non aggiunge nulla di nuovo poiché quanto riportato è noto e casomai, il pregio di questo libro è di aver messo tutto insieme) ma alla struttura, vorrai convenire con me che un libro che celebra i 100 anni di una manifattura italiana, meriti senza dubbio di più che una edizione stile "Tascabili Economici Newton", in cui tra le altre cose compaiono se ricordo bene quattro o sei fotografie... stampate male e impaginate pure peggio.
Cento anni di storia, meritano un libro che renda i cento anni importanti.
Dopotutto (e tu con il lavoro che fai lo sai sicuramente meglio di me), in certi ambiti l'abito fa il monaco... e quello dell'editoria è uno di questi...

Offline fabbale

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Re:QUESTIONE DI STILO
« Risposta #5 il: Aprile 22, 2020, 09:35:34 am »
Libro interessante che però, non porta praticamente nulla di nuovo e che paga lo scotto di non essere ciò che doveva essere. Per il suo centenario, Aurora poteva e soprattutto doveva fare molto di più. Purtroppo l'unica cosa epica fatta per il centenario è stata la festa in sede che però non ha portato a nulla. Un grandissimo atto di onanismo.
Peccato.

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Riccardo, credo che questa volta "l'affaire penna" volutamente è stato messo in secondo piano, infatti se ne parla poco e pochi sono i riferimenti per l'aspetto del collezionismo.
Io l'ho letto con piacere seguendo la saga familiare e concentrandomi ed ammirando quello che è stato riportato.
Riferimenti storici a pionieri dell'Industria italiana (Olivetti per fare un nome), mi hanno fatto solo piacere per rendermi conto ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che come italiani, in certi ambienti, non siamo mai stati secondi a nessuno.

Caro Lord ma infatti il mio messaggio precedente, non era riferito al contenuto (che seppur buono, nei fatti non aggiunge nulla di nuovo poiché quanto riportato è noto e casomai, il pregio si questo libro è di aver messo tutto insieme) ma alla struttura, vorrai convenire con me che un libro che celebra i 100 anni di una manifattura italiana, meriti senza dubbio di più che una edizione stile "Tascabili Economici Newton", in cui tra le altre cose compaiono se ricordo bene quattro o sei fotografie... stampate male e impaginate pure peggio.
Cento anni di storia, meritano un libro che renda i cento anni importanti.
Dopotutto (e tu con il lavoro che fai lo sai sicuramente meglio di me), in certi ambiti l'abito fa il monaco... e quello dell'editoria è uno di questi...

Si con questa riflessione concordo: leggendolo ho avuto quasi l'impressione che interessasse di più raccontare la storia delle macchine da scrivere che quella delle penne. Forse perché nella prima la famiglia è stata protagonista, mentre invece nella seconda, ci è arrivata dopo quando i giochi erano già stati delicati da altri (non voglio spoilerare più di tanto....).

Quindi forse non sono i 100 anni di Aurora, ma i 100 della famiglia?


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Re:QUESTIONE DI STILO
« Risposta #6 il: Aprile 22, 2020, 09:48:41 am »
Libro interessante che però, non porta praticamente nulla di nuovo e che paga lo scotto di non essere ciò che doveva essere. Per il suo centenario, Aurora poteva e soprattutto doveva fare molto di più. Purtroppo l'unica cosa epica fatta per il centenario è stata la festa in sede che però non ha portato a nulla. Un grandissimo atto di onanismo.
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Riccardo, credo che questa volta "l'affaire penna" volutamente è stato messo in secondo piano, infatti se ne parla poco e pochi sono i riferimenti per l'aspetto del collezionismo.
Io l'ho letto con piacere seguendo la saga familiare e concentrandomi ed ammirando quello che è stato riportato.
Riferimenti storici a pionieri dell'Industria italiana (Olivetti per fare un nome), mi hanno fatto solo piacere per rendermi conto ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che come italiani, in certi ambienti, non siamo mai stati secondi a nessuno.

Caro Lord ma infatti il mio messaggio precedente, non era riferito al contenuto (che seppur buono, nei fatti non aggiunge nulla di nuovo poiché quanto riportato è noto e casomai, il pregio si questo libro è di aver messo tutto insieme) ma alla struttura, vorrai convenire con me che un libro che celebra i 100 anni di una manifattura italiana, meriti senza dubbio di più che una edizione stile "Tascabili Economici Newton", in cui tra le altre cose compaiono se ricordo bene quattro o sei fotografie... stampate male e impaginate pure peggio.
Cento anni di storia, meritano un libro che renda i cento anni importanti.
Dopotutto (e tu con il lavoro che fai lo sai sicuramente meglio di me), in certi ambiti l'abito fa il monaco... e quello dell'editoria è uno di questi...

Si con questa riflessione concordo: leggendolo ho avuto quasi l'impressione che interessasse di più raccontare la storia delle macchine da scrivere che quella delle penne. Forse perché nella prima la famiglia è stata protagonista, mentre invece nella seconda, ci è arrivata dopo quando i giochi erano già stati delicati da altri (non voglio spoilerare più di tanto....).

Quindi forse non sono i 100 anni di Aurora, ma i 100 della famiglia?


Esattamente, Questione di stilo serve più per celebrare la famiglia che la manifattura.

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