Sarebbe più appropriato trattare questo argomento in una rubrica più confacente, come potrebbe essere "chiedi agli utenti del forum"; cerco comunque di darti una risposta; l'amministratore provvederà nel caso a spostare il tutto.
Lavare le penne che sono state utilizzate se si prevede di non usarle per un certo periodo è un'ottima norma. Generalmente è sufficiente una serie di cicli carica/scarica con acqua, che può essere tiepida o avere l'aggiunta di un minimo di sapone (quello per piatti va benissimo e ne basta una goccia in un bicchiere) in caso di sporco persistente. L'ultimo risciacquo va fatto comunque con sola acqua e la suddetta deve uscire sostanzialmente pulita
La pulizia con la vaschetta ad ultrasuoni può essere un valido aiuto in caso di incrostazioni "ataviche", tipo quelle che si trovano nelle penne d'epoca restate in disuso per decenni. Negli altri casi è superflua.
Il lasciare la penna carica d'acqua è una misura ormai desueta, che aveva senso nelle penne a stantuffo con il pistone in sughero, che l'acqua contribuiva a mantenere morbido evitando che seccasse. Le penne moderne hanno tutte lo stantuffo in materiale plastico e lasciarle cariche d'acqua non serve a nulla. Anche nelle penne vintage ricondizionate la precauzione è inutile perché se la vecchia tenuta è stata sostituita un buon riparatore dovrebbe avere lubrificato il nuovo sughero con paraffina o grasso al silicone che impediscono a questo di seccarsi e che peraltro repellono l'acqua. Lasciare le penne cariche d'acqua può avere la sua logica come passo intermedio della pulizia, qualora dopo molti cicli di lavaggio continui ad uscire ancora inchiostro: ripetere qualche ciclo dopo aver lasciato la penna piena d'acque per una giornata o anche più dovrebbe ammorbidire i residui ancora presenti e favorirne l'eliminazione.