Era già da qualche mercatino che un venditore di riferimento aveva una penna americana a me sconosciuta che m'incuriosiva per la sua leva molto particolare e che non mi azzardavo ad azionare pensando che ci fosse all'interno un serbatoio secco a fare resistenza.
Oggi mi andava di comprarla e l'ho fatto. Giunto a casa ho cercato di eliminare il serbatoio secco, effettivamente presente all'interno, ma il funzionamento della leva continuava a risultare misterioso. Poi nel tentativo di "pescare" con un attrezzo a gancio qualche ulteriore residuo di gomma, aggancio inavvertitamente la barra di pressione e la tiro fuori. E qui c'è la prima sorpresa. Se qualcuno ha letto questo post:
https://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=6996.msg83510#msg83510 per ripristinare una Columbus deformata dalla parte curva di una J bar, volendo evitare di sottoporre la zona faticosamente raddrizzata a nuove sollecitazioni avevo costruito una barra di pressione con un attacco diverso che avevo battezzato X bar o Cross bar, pensando di averla inventata io. Invece no: più di un secolo prima era stata inventata da Julius Schnell, noto per la bellissima combo Pensel Pen con la clip ad aeroplano, al quale è riconducibile il marchio The Master Pen. A quel punto ho sfilato i due piccoli perni che tengono la leva e finalmente il mistero si è chiarito: le foto dovrebbero aiutare a comprendere il funzionamento. In buona sostanza la leva è libera di fare una piccolo scorrimento in avanti durante il quale il piccolo arpione imperniato sulla leva incontra la fine della feritoia praticata nell'ebanite del corpo ed è costretto ad abbassarsi andando a comprimere la barra di pressione e di rimando il serbatoio.
Curioso come Schnell abbia conservato qualcosa di questo sistema anche sulla Pensel Pen: nonostante la sua leva abbia il funzionamento tradizionale, la suddetta fa nella sede un piccolo movimento che da una posizione di blocco la porta in quella dove può essere azionata.