Ciò che è stato scritto in passato sulla fabbrica torinese porta ad immaginare una frattura netta tra la storia dell'Aurora prima del secondo conflitto mondiale e dopo di esso: la fabbrica distrutta dai bombardamenti aerei, una nuova realtà imprenditoriale che assume la conduzione dell'azienda e la produzione che riprende con l'Aurora 88, una penna totalmente nuova, moderna, che consegue il successo a tutti noto. Ma è proprio così?
Non del tutto. La 88 riprende molto dalla ultima Selene, quella col caricamento a stantuffo; anzi, si potrebbe dire che lo ripropone quasi totalmente.
Si può dire che la Selene sia stata quasi una penna "laboratorio", nel corso della cui produzione il sistema di carica è stato perfezionato e migliorato, pur se la penna esteriormente è rimasta identica, fino a raggiungere il livello davvero molto prossimo alla perfezione che ritroviamo nella 88. Difficile dire se nei piani della Aurora pre guerra ci fosse già l'idea di una penna totalmente nuova o se l'obiettivo era solo quello di realizzare un caricamento a stantuffo evoluto ed affidabile nella convinzione che su tale tipo di sistema di riempimento avrebbe dovuto orientarsi la produzione futura.
Quella che è facile supporre fosse stata la prima versione della Selene ha stantuffo attuava già la scelta abbastanza rivoluzionaria di affidare la tenuta non alla solita boccola di sughero ma ad un pacco di guarnizioni in gomma alternata a feltro: non uguale alla tenuta definitiva ma già simile. Il meccanismo invece era molto semplificato: lo stantuffo non aveva alcuna guida e ad impedirgli di ruotare insieme al fondello nel fusto della penna è solo l'attrito del pistone. Quando però si arriva a fondo corsa, impedito nell'avanzare od arretrare ulteriormente, se si continua a ruotare il fondello, ruota anche lo stantuffo. Evidentemente in Aurora non sono soddisfatti e (credo in due passaggi) risolvono il problema: al gambo dello stantuffo viene data una sezione esagonale ed all'interno del fusto collocata una guida della stessa forma, logicamente femmina. Un risultato eccellente: poco attrito e nessuna possibilità di sgranarsi.
Mostro insieme ad una foto della Selene anche le due versioni dello stantuffo e del relativo alberino elicoidale (da sinistra il primo tipo, privo di guida, il secondo a sez. esagonale) confrontati con quelli della 88 (a destra). Si può osservare come l'insieme del secondo tipo e quello della 88 siano quasi identici, anche nelle misure, tanto da essere intercambiabili.