Dopo tantissimo tempo penso che sia giunto il momento di condividere una riparazione. Non che in questi anni sia stato sempre con le mani in mano, ma gli interventi fatti sono parenti stretti di altri già mostrati, quindi di scarso interesse. Quello che mi si è presentato è invece un problema con il quale non mi era mai capitato di confortarmi, il ché, oltre ad essere abbastanza stimolante, mi da modo di condividere la strategia adottata e mostrare il risultato finale ottenuto senza la pretesa di insegnare nulla a nessuno né tantomeno che quella utilizzata sia la soluzione migliore.
Un amico mi chiama per dirmi che ha acquistato una piccola Astoria laminata, la quale però ha diversi problemi, dei quali i più appariscenti sono la mancanza del pennino e di uno degli spicchi bianchi della testina del cappuccio. Francamente pensavo che si trattasse di una porzione più superficiale, mentre è come se qualcuno si fosse pappato un quarto di uno zuccotto lasciando il vuoto della fetta mancante, che anzi, in realtà si estende anche alla parte di base in ebanite (Fig. A).
Decisamente troppo per essere riempito con vernici o simili.
Per quanto a mia conoscenza queste parti erano realizzate in galalite, che credo possa anche essere realizzata, ma non ho la minima esperienza in merito ed inoltre penso che la differenza di colore ta la nuova e la vecchia sarebbe notevole. Cerco dunque altre strade.
Chiedo ad un amico che raccoglie oggetti per rivenderli nei mercatini se ha qualche brandello di avorio o di avoriolina*. Lui gentilmente mi porta una riproduzione della Pietà di Michelangelo (Fig. B) dicendomi di utilizzarla liberamente perché tanto è un oggetto invendibile.
Con un pò d'imbarazzo mi accingo al sacrilego prelievo, e per na forma di rispetto ricavo un pezzo dalla base, senza toccare le figure. (Fig. C).
Il materiale è piuttosto tenero e con l'ausilio di un foglio di carta abrasive ed uno scontro a 90° realizzo un tozzetto con tre facce ortogonali. Con il solito sistema della polvere di ebanite mischiata con l'Attak (o similari) ricreo la parte della "base" mancante, e con lo stesso composto incollo il tozzetto in posizione, in modo che se le parti non combaciassero alla perfezione le eventuali fessure sarebbero riempite di nero.
Ad essiccazione completata tolgo il grosso dell'eccedenza con un seghetto da traforo (Fig. D), dopodiché procedo alla fase più grossolana della levigatura con carta abrasiva di grana 500 (Fig. E). Segue il lavoro di finitura con grana 1000 e dopo una lucidata il lavoro è concluso.
Certo, la parte nuova è più chiara e priva del finissimo craquelé dell'originale. Notate bene che le immagini che vedete sullo schermo del p.c. senza ingrandirle sono oltre quattro volte le dimensioni reali. Comunque a guardare la statuetta donatrice il materiale dovrebbe da solo tendere a scurirsi. E poi bisogna anche sapersi un pò accontentare, no?
* Termine utilizzato per indicare un materiale artificiale usato sin dall'antichità come surrogato dell'avorio e costituito da una amalgama di cellulosa e polvere di osso o scarti di avorio.